Internet è così utile per fornire informazioni, ma questo non basta per pensare.
- Data 3 Settembre 2018
«Internet è così utile per fornire informazioni, ma questo non basta per pensare. Ed è questo che mi preoccupa, quando non facciamo pensare la gente. E poi c’è il problema della realtà virtuale. Un mio professore di filosofia prima di insegnare i concetti ci faceva passare di mano in mano un sasso. È quello che cerco di fare anche io. È come se volessi dire ai miei studenti: sentite il sole o il vento sulla faccia, e ditemi cosa vedete. Perché non vedono. Non usano i cinque sensi. È un problema serio. E richiede grandi docenti che aiutino a percepire quanto sia bella la realtà, con tutte le sue imperfezioni».
Azar Nafisi
scrittrice iraniana, nata nel 1955, oggi vive negli Stati Uniti
Ha scritto «La repubblica dell’immaginazione» (Adelphi)
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Le guerre, noi e l’Italia, il paese dove tutto è troppo
Martedì si è tenuto a Brescia l’incontro sul Libano promosso dall’associazione La Speranza con il sostegno anche della Fondazione San Benedetto. La sala era piena e la serata è stata un’occasione puntuale per documentare la gravissima crisi che nelle ultime settimane ha investito il Libano. Come ha spiegato la presidente dell’associazione Amal Baghdadi, sono oltre un milione gli sfollati costretti a lasciare il sud del paese schiacciato nella morsa della guerra tra le milizie di Hezbollah e l’esercito israeliano. Anche la capitale Beirut è stata colpita dai bombardamenti. Una escalation «pericolosissima», come l’ha definita l’ex ministro della Difesa Mario Mauro, che si innesta sulla situazione da paese in bancarotta che il Libano sta attraversando ormai da diversi anni. Di quello che in passato era definito la Svizzera del Medio Oriente, dove etnie e religioni diverse hanno sempre convissuto, non resta più nulla. Adesso la priorità è mettere in salvo e aiutare la popolazione vittima inerme del conflitto. Graziano Tarantini per la San Benedetto e Michele Brescianini di Punto Missione hanno illustrato alcune iniziative concrete di aiuto in atto o già realizzate sia in Libano che ad Aleppo in Siria. L’associazione La Speranza ha lanciato una raccolta fondi alla quale è possibile contribuire con donazioni sul conto corrente IT79X0501811200000017230673 (Banca Popolare Etica – Filiale di Brescia – Detrazioni 35% per i privati, 10% per società ed enti, con la causale: erogazione liberale a favore de La Speranza Odv – Brescia).
Stiamo attraversando lo stesso «crinale della storia pericolosissimo», segnato dalle guerre, che ha ricordato la scrittrice Susanna Tamaro nella bellissima lezione tenuta mercoledì all’inaugurazione della Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte, di cui vi riproponiamo un estratto pubblicato dal settimanale del Corriere la Lettura. Niente di accademico, ma un atto d’amore verso l’Italia, un paese dove «tutto è troppo», a cominciare dalla bellezza. Una bellezza che si è espressa con una luce particolare nell’opera di San Benedetto piuttosto che nelle terzine di Dante o nella letteratura come vero «antidoto al Paese dei Balocchi perché richiede impegno, ci spinge a conoscere altri mondi, a coltivare il dubbio, la curiosità e, soprattutto, l’apertura della mente».
Sammy Basso e Oskar Schindler hanno osato vivere
I venti della guerra e dell’odio soffiano sempre più forti. Di fronte a una guerra «che sembra non avere fine, e che sta seminando morte e distruzione, non solo nelle strutture fisiche, ma anche nella vita delle persone, nelle relazioni a ogni livello», c’è la necessità «di non perdere la nostra umanità». Lo ha scritto il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa all’indomani della commemorazione del 7 ottobre. Noi, nel nostro piccolo, vogliamo farlo questa settimana proponendovi, attraverso la lettura di due articoli, le storie di due persone che hanno affermato con il loro esserci un amore per la vita più forte della morte e della volontà di ridurre tutto a nulla, anche dentro situazioni molto drammatiche. La prima è la storia di Sammy Basso che ha colpito tutti non per la sua malattia, ma per come ha saputo stare di fronte a questa vivendo fino in fondo. Ne è una prova la sua straordinaria lettera-testamento, letta venerdì durante il funerale che trovate a questo link. Come scrive Federico Pichetto nell’articolo pubblicato dal quotidiano online ilsussidiario.net, la sua esistenza per Sammy non è stata «una via angusta che il tempo priva d’ogni gioia e d’ogni possibilità, bensì come il luogo di una festa». Una positività contagiosa che investe tutto come ha detto la madre di Sammy in un’intervista al Corriere: «Dai suoi 14 anni abbiamo vissuto con lui ringraziando ogni giorno. Ci svegliavamo al mattino dicendo: “Che bello che sia qui anche oggi”». La seconda storia che vi segnaliamo è quella di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco scomparso il 9 ottobre di cinquant’anni fa, che salvò più di mille ebrei dallo sterminio della Shoah, e la cui vicenda è stata raccontata da un celebre film di Steven Spielberg. In un articolo sull’Osservatore Romano il direttore Andrea Monda scrive: «Fu un grande, grandissimo imprenditore. Si pose davanti il dilemma che il filosofo danese Kierkegaard ha posto di fronte ad ogni uomo quando ha scritto che “osare è perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare è perdere per sempre se stessi”, e seppe rispondere. Forse i grandi della storia devono essere “squilibrati”. Solo così Oskar riuscì a dare un colpo all’asse terrestre che ruotava pigramente sempre su se stesso re-indirizzandolo verso un altro orizzonte, più umano». La sua storia è la dimostrazione concreta che la nostra felicità, che il compimento di ciascuno, non dipendono dagli Stati o da chi ci governa anche quando possono essere di nostro gradimento.
Dal Medio Oriente al Donbass dove l’umanità è cancellata
Lunedì 7 ottobre ricorre il primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele, un atto che ha innescato la nuova guerra che da un anno sta insanguinando il Medio Oriente, dopo quelle, prima in Iraq e poi in Siria, che hanno segnato i primi decenni del secolo. Di questo nuovo conflitto non si intravede la fine e preoccupa adesso il suo allargamento anche al Libano. Di fronte a questa situazione drammatica il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e poi anche Papa Francesco hanno invitato a dedicare la giornata di lunedì alla preghiera e al digiuno per implorare la pace nel mondo. Un invito che facciamo nostro. A Brescia, in duomo alle 12.45 è previsto un momento di preghiera con il vescovo. Per aiutarci a comprendere quanto sta accadendo in Terra Santa questa settimana segnaliamo l’articolo del professor Vittorio Emanuele Parsi, esperto di relazioni internazionali, pubblicato sul quotidiano Il Foglio, nel quale analizza in particolare i rischi della strategia portata avanti dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Una strategia che, scrive Parsi, «appare tanto ambiziosa quanto pericolosa per la sicurezza di Israele, del Medio Oriente e dell’Europa. È l’eterna illusione che sulla sola e semplice punta delle baionette (come si diceva una volta) possa essere costruito un ordine stabile e duraturo: un progetto che abbiamo visto fallire molte volte nel corso della storia europea». La guerra, se mai lo è stata in passato, oggi non può più essere in alcun modo una risposta accettabile a qualunque controversia o situazione di tensione. Anche quando è stata giustificata da ragioni superiori come l’esportazione della democrazia, per esempio in Iraq o in Libia, ha prodotto solo una catena infinita di disastri. Soprattutto porta alla cancellazione di ogni traccia di umanità. La vita umana non conta più nulla. Ci si può permettere persino di fucilare i prigionieri in spregio a tutte le convenzioni internazionali come è avvenuto nei giorni scorsi a sedici soldati ucraini uccisi nel Donbass, la cui esecuzione a freddo è stata ripresa dall’alto da un drone. Immagini sconvolgenti. Su questo episodio invitiamo a leggere da Avvenire l’articolo di Marina Corradi.