AL FRONTE CENTO ANNI DOPO
È giusto celebrare il 4 novembre. Ricordare, in un Paese dalla memoria corta, il sacrificio di 650 mila fanti, dei mutilati, dei prigionieri, dei combattenti. Non ne è rimasto nessuno; la loro memoria è affidata a noi. Faremmo bene a trasmetterla ai nostri figli e nipoti, convinti di essere una generazione sfortunata e vinta ancora prima di combattere (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)