CASO O MISTERO?
Non siamo qui per caso, non siamo scimmie glabre e tecnologiche. Siamo parte, agenti e custodi, di un mistero che ci sovrasta, ci vivifica. Un mistero che potrebbe annichilirci (Giovanni Lindo Ferretti, Luoghi dell’infinito)
Non siamo qui per caso, non siamo scimmie glabre e tecnologiche. Siamo parte, agenti e custodi, di un mistero che ci sovrasta, ci vivifica. Un mistero che potrebbe annichilirci (Giovanni Lindo Ferretti, Luoghi dell’infinito)
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Il filosofo Gianni Vattimo, morto lo scorso 19 settembre, era conosciuto come principale esponente del cosiddetto «pensiero debole», una corrente filosofica che si era sganciata dai presupposti fondanti della filosofia classica. Al di là di ogni etichetta o definizione, inevitabilmente riduttive, Vattimo è stata una «personalità inquieta». Proponiamo il ricordo che ne ha fatto sul quotidiano online ilsussidiario.net Monica Mondo che l’ha conosciuto negli anni di studio all’università di Torino. Insieme, a 17 anni dalla sua scomparsa, segnaliamo un testo di Oriana Fallaci, pubblicato nei giorni scorsi da Libero, nel quale si sofferma sulle diverse età della vita affrontando anche il tema del suo rapporto con la morte. Un testo tutto da leggere che si conclude così: «Tutto, anche il dolore più infame, è meglio del nulla».
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