• Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti
Email:
info@fondazionesanbenedetto.it
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • Risacralizzare il Natale

Risacralizzare il Natale

  • Data 27 Dicembre 2020

Sarà un altro Natale, diverso dal solito. Non può essere altrimenti. Ma forse sarà anche un Natale più
vicino al senso originario di questa festa. La sua desacralizzazione si è infatti compiuta
inarrestabilmente in questi ultimi decenni. Abbiamo ormai da tempo spogliato il Natale di ogni
significato simbolico riducendolo ad un rituale consumistico senza anima. La nascita di Gesù è stata
ridotta ad una favola tra le altre buona per rallegrare lo spirito dei nostri figli nell’età ancora senza
pensiero critico della loro infanzia. La stessa celebrazione religiosa è stata trasfigurata per lo più in
un’occasione mondana di ritrovo collettivo. Il trauma del Covid riporta però bruscamente alla luce
quello che vorremmo invece dimenticare, ovvero il confine tragico che unisce profondamente la vita
alla morte. Essere circondati dai morti e dalla malattia dovrebbe imporci uno sguardo diverso, una
attitudine alla solidarietà coi più fragili, con quelli colpiti nel corpo e nella loro economia vitale con
maggiore forza dal virus. Dovrebbe sospingerci a distinguere l’essenziale dall’inessenziale.
Nondimeno anche di fronte alle piaghe dell’epidemia molti insistono nel voler festeggiare, nel
ribadire la bellezza imperdibile della convivialità, dello scambio dei doni e dello stare in famiglia. È
il negazionismo irriflesso che accompagna le nostre vite e il nostro pensiero magico-infantile di
proiettarci già fuori dal pantano orribile in cui ci troviamo. Questa spinta a festeggiare trascura di
pensare la condizione di emergenza drammatica nella quale tutti siamo ancora immersi e che rende
di fatto ogni festeggiamento stonato e fuori luogo.
Il bambino nella mangiatoia rivela la condizione di abbandono in cui tutti siamo sin dalla nostra
origine. Il destino del piccolo Gesù è già scritto ed è quello di morire sulla croce. Tuttavia questo
destino mortale non cancella la necessità della cura della vita che viene al mondo, ma al contrario la
potenzia. È per rendere “immensamente sacra” la vita di ciascuno, come si esprime Papa Francesco
nella sua ultima enciclica Fratelli tutti, che il Dio cristiano si decide scandalosamente per la sua
kenosis, per la sua incarnazione facendosi bambino. La sua fragilità manifesta che ciò che rende
umana la vita è la grazia dell’attenzione che la circonda, il calore del contatto, la presenza dell’altro,
il dono. Non è questa la lezione più importante della festa del Natale che nel tempo atroce e inaudito
del Covid dovremmo imparare a tenere con noi prima di ogni altra cosa? Insopportabile diventa allora
la lamentazione per la festa mancata, per la convivialità soppressa, per il distanziamento sociale
imposto dai decreti governativi, per lo sconvolgimento dei nostri rituali.
Sarà questo, giocoforza, un altro Natale che dovrebbe spingerci a risacralizzare il suo significato: la
vita dell’inerme è quella di un Dio strano che richiede cura per sopravvivere. Ecco il paradosso
formidabile del Natale cristiano! Il suo senso sacro insiste a ricordarci il gesto fondamentale
dell’accoglienza senza il quale la vita non diventa umana ma precipita nell’abbandono assoluto. A
coloro che chiudono la porta delle proprie case rifiutando ospitalità alla famiglia che viene da lontano,
rispondono quelli che hanno creduto nell’evento, che sono accorsi nella notte a trovare e a omaggiare
il Dio bambino ospitato in una stalla. La notte di Natale nel racconto cristiano, sappiamo, annuncia
la venuta al mondo del “Salvatore”. Esiste un modo laico per leggere la potenza di questo racconto?
Ai miei occhi si tratta dell’evento che rende la vita umana immensamente sacra. Nel tempo traumatico
del Covid la festività del Natale ci ricorda che ogni morte non è mai una morte anonima ma è la morte
dell’immensamente sacro. Agostino riflette sul gesto di Maria, narrato dall’evangelista Luca, di
collocare il suo “primogenito” in una umile mangiatoia sottolineando l’equivalenza del corpo di Gesù
con quella del nutrimento. Questo Natale non sarà il tempo della festa, ma quello che ci obbliga a
pensare all’esistenza di un altro nutrimento rispetto a quello a cui ci siamo abituati nella nostra
mondanizzazione del Natale. La sofferenza e i morti di questo terribile anno ci invitano a farlo.

Massimo Recalcati

la Repubblica, 22 dicembre 2020

  • Condividi
piergiorgio

Articolo precedente

Natale 2020, non ci salverà il moralismo ma la carità
27 Dicembre 2020

Prossimo articolo

Il tempo dei costruttori
3 Gennaio 2021

Ti potrebbe interessare anche

Un’alternativa europea alla legge del più forte
4 Ottobre, 2025

La gravissima situazione della Terra Santa, la guerra in Ucraina che non accenna a fermarsi, sono solo i due scenari più esplosivi per il loro carico di violenza insensata, morte e distruzione, alle porte di casa nostra, senza dimenticare quanto sta accadendo purtroppo in molti altri angoli del mondo dall’Africa ad Haiti, per arrivare al Myanmar, e di cui non si parla mai. Non è il tempo delle polemiche. Soffiare sul fuoco delle contrapposizioni in questa situazione è quanto di più sterile si possa fare. Diventano armi di distrazione di massa che impediscono di considerare le emergenze reali a cominciare da quelle delle popolazioni indifese che da Gaza a Kiev subiscono gli effetti della violenza. E la prima emergenza adesso è la costruzione della pace. Ci riconosciamo totalmente nel giudizio espresso nel volantino diffuso in questi giorni da Comunione e Liberazione che vi invitiamo a leggere. In tale contesto, crediamo che il compito dell’Europa, ancor di più oggi, sia decisivo per dar corpo a percorsi alternativi che non siano basati sulla legge del più forte. Come ha più volte sottolineato anche nelle ultime settimane il presidente Mattarella si tratta di «fare l’Europa per superare la logica del conflitto e delle guerre, per evitare l’oppressione dell’uomo sull’uomo, per ribadire la dignità di ogni essere umano, di ogni persona». Oggi questa è l’unica strada praticabile che abbiamo di fronte per dare un futuro alle nostre democrazie. Su questo come Fondazione San Benedetto proporremo nei prossimi mesi iniziative specifiche. Certamente l’Europa si trova di fronte a un bivio ineludibile: procedere verso una progressiva decadenza diventando irrilevante e tradendo le grandi promesse da cui era nata, oppure ritrovare una propria identità originale alternativa alle autocrazie che oggi dominano il mondo. Su questi temi vi invitiamo a leggere, come spunto di riflessione, l’articolo di Allister Heath, editorialista del quotidiano britannico The Telegraph.

Il perdono di Erika e la fede nello spazio pubblico
27 Settembre, 2025

Dopo l’assassinio di Charlie Kirk si sono innescate da fronti opposti contrapposizioni molto dure con episodi di violenza verbale, arrivando in qualche caso anche a giustificare quanto è successo. Respingiamo le strumentalizzazioni da qualunque parte provengano che diventano sempre una comoda cortina fumogena che impedisce di guardare la realtà. Ci interessano invece i fatti. E un fatto che senz’altro colpisce è quanto accaduto in occasione dei funerali di Kirk con il gesto di Erika, la vedova di Charlie, che ha pubblicamente perdonato il giovane che le ha ucciso il marito. Un gesto spiazzante, disapprovato dal presidente Trump, che trova la sua unica ragione nella fede in Chi ha detto «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno», come ha detto Erika. È un fatto su cui riflettere, che zittisce letture sociologiche o visioni ideologiche, e pone la questione della presenza della fede nello spazio pubblico. Su questo tema vi proponiamo la lettura dell’editoriale di Giuliano Ferrara, pubblicato dal Foglio, per il quale non si può liquidare tutto come fanatismo. Il primo passo è cercare di capire il mondo nel quale viviamo senza paraocchi. Oggi l’Europa e l’America sono su due sponde opposte. «In Europa – scrive Ferrara – la laicità è laicismo, ideologia della separazione tra Chiesa e stato divenuta nel tempo esclusione della fede dallo spazio pubblico, fatto di procedure democratiche che si presumono ideologicamente neutre e impermeabili al credo personale e collettivo, accuratamente scristianizzate. In America è diverso, la laicità è la convivenza libera di ricerche di fedi diverse, alle quali lo stato garantisce la piena agibilità senza preferenze o esclusioni, con un riconoscimento simbolico e non solo simbolico, presente nella cultura di massa e nello spazio pubblico dagli albori della Repubblica americana, della centralità di Dio e dell’esperienza del trascendente nella vita personale e in quella della società». L’America senz’altro per molti aspetti oggi può inquietare le nostre coscienze «liberali», ma siamo sicuri che un’Europa che rinnega le proprie radici, in nome di una presunta neutralità ideale, culturale, morale, esaltando i soli diritti individuali, non rischi di implodere su se stessa? Si chiede Ferrara: «Può resistere e fortificarsi una democrazia che s’ingegna a considerarsi neutra, che esclude famiglia, fede e libertà come aspirazione collettiva invece che come emancipazione e teoria dei diritti individuali?». In particolare sul significato del gesto di Erika Kirk vi segnaliamo anche l’articolo di Pietro Baroni, pubblicato dal quotidiano online ilsussidiario.net: «Perché siamo tutti bravissimi – scrive – a gridare pace e ancor più frettolosi a schierarci dalla parte giusta, quella dei buoni che combattono i cattivi; ma nessuno ha più la forza di usare l’unica parola che può portare la vera pace: perdono».

La fuga da Gaza e l’assuefazione all’orrore
20 Settembre, 2025

L’ultima settimana è stata segnata dalle immagini dell’esodo forzato e disperato di centinaia di migliaia di profughi da Gaza dopo l’invasione dell’esercito israeliano, mentre continuano massacri e distruzioni e la popolazione è alla fame. Eppure anche di fronte a queste immagini drammatiche che ci arrivano ogni giorno a getto continuo, rischiamo spesso di assuefarci all’orrore, di atrofizzare la nostra sensibilità a favore dell’indifferenza come se dietro tutto questo non ci fossero volti e storie di persone reali, di uomini concreti con un nome e un cognome. Si arriva persino a farlo diventare oggetto di talk show dove urlare, scontrarsi e insultarsi per passare poi senza colpo ferire alla prossima puntata. Nella newsletter di oggi vogliamo proporvi due articoli sulla situazione di Gaza che ci testimoniano uno sguardo diverso, uno sguardo umano. Il primo è di Marina Corradi ed è tratto da Avvenire. Si sofferma sulle immagini dei profughi e di chi, avendo perso tutto, non ha più neppure l’istinto di fuggire. Immagini che in modo paradossale richiamano alla memoria altre tragiche evacuazioni come quelle dei ghetti ebraici. Il secondo articolo è un’intervista del Sole 24Ore a padre Francesco Ielpo, nuovo custode di Terra Santa e grande amico della San Benedetto: «Ho trovato – racconta – una situazione drammatica, mi verrebbe da dire disumana nella Striscia, e tanta sofferenza anche in Israele dove si vive in un clima di sospetto, una situazione di conflitto in cui le posizioni si estremizzano». Anche in queste condizioni la Chiesa non perde la speranza e non si stanca di lanciare appelli per la pace: «Noi continuiamo a credere che valga la pena – spiega padre Ielpo – perché è un appello sempre rivolto alle coscienze e quando poi le coscienze cambiano, quando cambia proprio anche la possibilità di intravedere una via diversa, più umana per risolvere le questioni, queste voci, magari non subito, avranno l’effetto che devono avere».           

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
    • I nostri incontri – 2015
    • I nostri incontri – 2016
    • I nostri incontri – 2017
    • I nostri incontri – 2018
    • I nostri incontri – 2019
    • I nostri incontri – 2021
    • I nostri incontri – 2022
    • I nostri incontri – 2023
    • I nostri incontri – 2024
    • I nostri incontri – 2025
  • Mese Letterario
    • 2010 – I Edizione
    • 2011 – II Edizione
    • 2012 – III Edizione
    • 2013 – IV Edizione
    • 2014 – V Edizione
    • 2015 – VI Edizione
    • 2016 – VII Edizione
    • 2017 – VIII Edizione
    • 2018 – IX Edizione
    • 2019 – X Edizione
    • 2021 – XI Edizione
    • 2023 – XIII Edizione
    • 2024 – XIV Edizione
    • 2025 – XV Edizione
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer, 119 - 25123 Brescia
info@fondazionesanbenedetto.it

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Copyright © Fondazione San Benedetto Educazione e Sviluppo

Mappa del sito | Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy