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Suggerimenti per le vacanze

  • Data 11 Luglio 2021

Non so voi, ma se avessi appena perso ai rigori una semifinale europea che con un paio di giocatori capaci di inquadrare la porta avrei potuto anche vincere, la mia prima reazione sarebbe di slogarmi una caviglia prendendo a calci qualsiasi ostacolo particolarmente appuntito. Invece il c.t. spagnolo Luis Enrique è andato a complimentarsi con Mancini e poi si è presentato davanti alle telecamere con un sorriso non finto, ma pacificato: ha elogiato la qualità del gioco e quella degli avversari, e ha detto che in finale farà il tifo per loro, cioè per noi.
Non so voi, ma se avessi appena perso una figlia di nove anni per un tumore alle ossa, farei fatica a non sentirmi in credito con la sorte e a non scaricare la mia rabbia cosmica su qualsiasi ostacolo, foss’anche un’ingiusta sconfitta sul lavoro. Invece il  c.t. spagnolo Luis Enrique, detto Lucho (Combatto), è uscito dalla sua tragedia personale più dolce e gentile di quanto già non fosse. La scomparsa della piccola Xana non lo ha peggiorato. Al contrario, ha restituito agli eventi della sua vita il loro giusto peso. Come ha scritto benissimo il nostro Andrea Sereni, adesso Lucho «cammina in un’altra dimensione». Una dimensione dove non c’è spazio per il lamento, per il rancore, per l’insolenza aggressiva scambiata per sintomo di vitalità, oggi assai praticata dalle star dei social. È un onore che un uomo così fuori dal tempo faccia il tifo per noi. Ed è un onore ancora più grande fare il tifo per lui.

Massimo Gramellini

Corriere della Sera – 8 luglio 2021 

Con questa segnalazione la pubblicazione settimanale di «Fissiamo il pensiero» si ferma per una breve pausa estiva. Ma il tempo delle vacanze è un periodo favorevole per riscoprire la bellezza della lettura. Ecco quindi alcuni suggerimenti di lettura:

Pier Paolo Pasolini
La Divina Mimesis – Mondadori

È un piccolo libro autobiografico, pubblicato poco prima di morire, ma in realtà nato molti anni prima, quando Pasolini aveva avvertito la necessità di documentare la crisi che lo aveva attanagliato alla metà degli anni 60, quando sentì svanire la vitalità delle borgate e trionfare il modello della borghesia neoconsumista (“un mondo di acquirenti”, lo definisce). Gli uomini hanno accettato la loro «riduzione». Pasolini attraversa la sua «selva oscura» in un viaggio che richiama quello di Dante all’inferno. 

Susanna Tamaro
Una grande storia d’amore – Solferino

«Passati i sessanta anni, posso raccontare le storie d’amore con una certa tranquillità. Sono quasi tutte storie di disamore quelle che si raccontano, qui invece ho voluto parlare dell’esatto contrario, dell’amore nelle sue sue diverse fasi in un tempo che fa maturare personaggi e paesaggi».

Zygmunt Bauman
A tutto campo. L’amore, il destino, la memoria e altre umanità. Conversazioni con Peter Haffner – Laterza

Il personaggio che emerge nel libro-intervista che raccoglie le conversazioni che si svolsero tra il 2014 e il 2016 tra Zygmunt Bauman e Peter Haffner, è composito, commovente, in parte anche molto diverso dall’immagine che molti si sono fatti del celebre sociologo polacco.

Emanuele Trevi
Due vite – Neri Pozza

Il libro che ha vinto il Premio Strega ci mostra qual è la parte di noi che non soccombe. Storie di individui che hanno mentito, sofferto, riso, litigato, cercato la bellezza, e che hanno camminato insieme e mandato messaggi vocali quando non riuscivano più a scrivere

Dino Buzzati
Sessanta racconti – Mondadori

Ci sono momenti in cui le nostre capacità di ascolto e di attenzione diventano più acute, la realtà che ci circonda diventa all’improvviso più presente e ci parla senza dire niente. Ci suggerisce qualcosa. Ciascuno di questi racconti – raccolta che nel 1958 vinse il Premio Strega – evoca uno di questi momenti in cui tutto è normale e niente lo è.

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piergiorgio

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Giovedì 29 maggio a Brescia, a Palazzo Loggia, si è tenuto l’incontro in occasione dei vent’anni della Fondazione San Benedetto. Il Salone Vanvitelliano gentilmente messo a disposizione dalla sindaca Laura Castelletti, era al completo con una platea attenta che ha seguito per oltre un’ora e mezza il dibattito: prima il discorso del professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, poi il racconto di tre giovani cresciuti nella San Benedetto (Laura Ferrari, Matteo Comini e Nicola Aggogeri) e gli interventi dei tre ex sindaci di Brescia Paolo Corsini, Adriano Paroli e Emilio Del Bono e infine le conclusioni di Graziano Tarantini. Tra il pubblico presenti diverse personalità e rappresentanti del territorio a cominciare dal vescovo di Brescia monsignor Tremolada. Nei prossimi giorni sarà online sul nostro sito il video integrale. Oggi, anziché riproporvi un riassunto di quanto è stato detto che, vista la ricchezza di contenuti, sarebbe inevitabilmente incompleto e parziale, vogliamo soffermarci, senza la pretesa di un discorso organico, solo su alcune parole che, nei diversi interventi che si sono succeduti, hanno fatto da filo conduttore dell’incontro e che in qualche modo descrivono anche il percorso compiuto fino a oggi e quello che intendiamo fare. Nulla di autoreferenziale o di celebrativo, ma la condivisione di un percorso aperto a tutti.

I nostri vent’anni di presenza e le sfide di oggi
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La Fondazione San Benedetto è un tentativo libero e creativo di espressione della dottrina sociale della Chiesa per rispondere ai problemi e alle sfide del presente; quella dottrina sociale che sembra essere stata riscoperta nelle ultime settimane, con l’elezione di Leone XIV. Giovedì 29 maggio alle 17.30, in occasione dei nostri primi vent’anni di presenza, a Palazzo Loggia a Brescia, abbiamo promosso un incontro (i posti, lo ricordiamo, sono esauriti, ma per chi non ha potuto iscriversi nelle prossime settimane sarà disponibile sul nostro sito il video dell’evento) che vuole richiamare l’attenzione sul ruolo dei corpi intermedi nella nostra società. Si tratta di quelle realtà, di quei centri di vita e di azione, che nascono dalla libera aggregazione delle persone come contributo alla costruzione del bene comune in un’ottica di sussidiarietà. Proprio ai corpi intermedi la dottrina sociale della Chiesa ha sempre riservato una particolare attenzione. Non è la riproposizione di principi astratti, ma è l’indicazione di un percorso possibile. In questi primi giorni del suo pontificato, Leone XIV è tornato più volte sulla dottrina sociale, tema che gli è particolarmente caro a cominciare dalla scelta di richiamarsi a Leone XIII, il papa della questione sociale. In un discorso alla Fondazione Centesimus Annus ha chiarito che la dottrina sociale è l’opposto dell’indottrinamento, definito «immorale», che «rifiuta il movimento, il cambiamento o l’evoluzione delle idee di fronte a nuovi problemi». Proprio su tale discorso vi invitiamo a leggere il commento di Giuseppe Frangi, pubblicato sul quotidiano online ilsussidiario.net. Questo è anche il solco in cui come fondazione intendiamo muoverci nel prossimo futuro, in particolare con due sottolineature. Da un lato, oltre che a Brescia, rafforzeremo la nostra presenza anche a Milano (le nostre radici sin dall’inizio sono sempre state bresciane e milanesi), dall’altro lato, concentreremo l’attenzione con iniziative dedicate su due tematiche che riteniamo centrali: il futuro dell’Europa e il rapporto con l’intelligenza artificiale.

Rivoluzione digitale, una sfida per l’umano
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«L’era della rivoluzione digitale – l’era di Internet, degli smartphone e l’era nascente dell’intelligenza artificiale – sta costringendo la razza umana a quello che i biologi evoluzionisti chiamano un “collo di bottiglia”, un periodo di rapida pressione che minaccia l’estinzione di culture, costumi e popoli». Lo scrive Ross Douthat, editorialista del New York Times, nell’articolo che vi segnaliamo questa settimana. Non si tratta di un banale intervento contro la tecnologia o il cambiamento in corso, ma di un’osservazione attenta e sicuramente molto critica di quanto sta accadendo che diventa un appello «contro la passività» con cui stiamo accettando che «l’era digitale prenda le cose incarnate» offrendoci in cambio dei «sostituti virtuali». Su questo tema ci siamo già soffermati anche in altre occasioni perché in ballo c’è una sfida cruciale che riguarda anzitutto l’umano. Con questo articolo vogliamo offrire un nuovo contributo alla riflessione e al confronto. Ci ha colpito che Leone XIV abbia spiegato la scelta del suo nome richiamandosi prima di tutto a Papa Leone XIII, che con l’enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale. Come fu allora – ha sottolineato – «oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro». E ieri in un discorso alla Fondazione Centesimus Annus Leone XIV è ritornato sulla questione invitando a riscoprire «il mandato di educare al senso critico» di fronte alla rivoluzione digitale in corso. Il tema è dunque più che mai centrale e come Fondazione San Benedetto non intendiamo sottrarci a questa sfida che ci riguarda tutti molto da vicino. Nei prossimi mesi proporremo iniziative specifiche che possano essere d’aiuto ad affrontare questa fase di cambiamento.

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