• Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti
Email:
[email protected]
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • Il dolore della gente comune, la cronaca secondo Testori

Il dolore della gente comune, la cronaca secondo Testori

  • Data 5 Febbraio 2023

di Alessandro Gnocchi

da Il Giornale del 4 febbraio 2023

https://www.ilgiornale.it/news/dolore-gente-comune-cronaca-secondo-testori-2112578.html

Per lui non esistevano notizie “piccole”: casi come quello della giovane suicida erano al centro di molti suoi pezzi

Ogni tanto la cronaca squarcia il velo e ci lascia vedere la realtà. Abbiamo una notizia: la realtà dei giovani non si esaurisce negli ecologisti che sporcano i quadri, nei fuori corso che occupano gli atenei, nei pro-nipoti dei Sessantottini, di qualsiasi colore, impegnati nella inconsapevole parodia degli anni di piombo.

La realtà sono i ragazzi che studiano, lavorano e talvolta pregano. Come hanno sempre fatto. A questi, nessuno pensa. Nessuno crede siano realmente importanti. Sono la massa e la massa non interessa fino a quando non accade un fatto clamoroso. Il suicidio della studentessa, allo Iulm di Milano, ha colpito tutti. Una ragazza di diciannove anni si è tolta la vita perché aveva paura di aver fallito, di non essere stata all’altezza delle proprie aspettative. È l’unico motivo? In realtà, qualcosa ci dice che l’intera società sia responsabile. Forse cuciamo addosso ai ragazzi panni che non appartengono loro. Forse non siamo capaci di fornire una prospettiva diversa dal successo. Quanti danni hanno provocato i like su Facebook: ci hanno educato a valutare tutto in base alla popolarità. Quanto abbiamo sottovalutato l’impatto di quasi due anni scolastici vissuti nella propria cameretta? Forse abbiamo dimenticato che il no alla vita discende anche dal no a una visione (diciamolo: religiosa) che renda sacra la vita stessa. Forse, forse, forse. Quanti dubbi. Si avverte la carenza, non la mancanza, qualcuno c’è, di intellettuali interessati ai drammi comuni dei ragazzi comuni. Vengono in mente gli splendidi articoli che Giovanni Testori scrisse sulle colonne del Corriere della Sera e del Sabato. Testori, nato cento anni fa, sapeva cogliere l’eterno nelle storie considerate piccole soltanto da chi non era capace di comprenderle davvero. Ecco dunque la sua attenzione per i casi di suicidio, le risposte ai lettori, l’idea che proprio una vicenda atroce come il suicidio allo Iulm dovesse aprire un dibattito; un dibattito molto più importante delle solite scaramucce politiche.

Gli articoli di Testori, che invitiamo a riscoprire in occasione del centenario, sono pieni di storie straordinarie di ragazzi «comuni». Ma Testori sapeva che non esistono ragazzi «comuni». Ognuno è speciale. Il diavolo è numero e ci tratta come massa. Dio è Parola e ci chiama per nome. Uno a uno.

Questa attenzione per la persona, anche la più umile, spiega una doppia idiosincrasia di Testori: la sociologia e la statistica. Entrambe le discipline riducono l’uomo a numero. Sono dunque false scienze e vere espressioni della civiltà delle cose. Una testimonianza di Luca Doninelli, inoltre, fa capire quanto le pagine di nera toccassero Testori, specie se riguardavano perfetti sconosciuti: «Più volte l’abbiamo visto e sentito scoppiare in lacrime alla notizia di un crimine, di un suicidio, di un disastro naturale. Piangere per un terremoto in Irpinia? Chi erano gli irpini per lui e lui per gli irpini? Invece ecco: piangeva a dirotto. A Milano uno stupido ragazzotto drogato uccideva una bambina nel tentativo di rubarle la catenina d’oro, a Renate Brianza un ragazzino uccideva a martellate la zia presso cui viveva. Ed ecco il pianto, prima delle parole, prima di ogni luce di discorso: il pianto che era il primo, insostituibile atto d’intelligenza» (si cita da Luca Doninelli, Una gratitudine senza debiti. Giovanni Testori, un maestro, La nave di Teseo, 2018).

Nel silenzio delle nostre case, di notte, quando nulla ci può salvare da noi stessi, ci chiediamo quale significato abbia il nostro dolore. Un dolore cieco, che non ha nome, perché è diventato un compagno fedele. La nostra condizione abituale. Il dolore diventa insopportabile se non è la premessa e la promessa della salvezza. Qualcosa lentamente muore dentro di noi ma continua a occupare la nostra anima. Qualcosa di nero e di confuso. Un rumore costante di sottofondo, pronto a esplodere quando siamo soli, e si può essere soli anche in mezzo alla folla o circondati dagli amici. Qualcosa avvelena il nostro cuore, spegne il nostro sguardo, ci rende aridi come il deserto, assetati come viandanti, troppo orgogliosi però per chiedere acqua. Ecco allora il richiamo della fede e dell’assoluto, il riconoscimento della nostra finitezza, l’umiltà di accettare la sofferenza, il capire che non ci si salva da soli. Qui nasce il legame con la comunità, sofferente come noi e bisognosa delle stesse attenzioni.

Nella Maestà della vita (Bur), dove Testori raccolse buona parte degli editoriali pubblicati tra il 1977 e il 1981, si parla di questo tipo di dolore. Leggendolo si rimane stupefatti: dove sono finiti i corsari da prima pagina, i Testori e i Pasolini, gli Sciascia e gli Arbasino? E come speriamo di aiutare chi ha bisogno se non usciamo mai dalla stanca routine delle dispute ideologiche, spesso di un altro secolo?

Tag:Testori

  • Condividi
piergiorgio

Articolo precedente

Manzoni tra Mosca e Kiev
5 Febbraio 2023

Prossimo articolo

Terremoto, tra domande furenti e una speranza da tenere viva
12 Febbraio 2023

Ti potrebbe interessare anche

Habemus Papam
10 Maggio, 2025

L’elezione di papa Leone XIV è stata senza dubbio una sorpresa. Spiazzante e, quindi, salutare. Previsioni e congetture si sono dissolte in un attimo come neve al sole. Perciò in …

Un’amicizia imprevedibile
3 Maggio, 2025

In attesa del Conclave che dovrà eleggere il nuovo papa, nella newsletter di questa settimana ci soffermiamo ancora sulla figura di papa Francesco proponendovi la testimonianza di due giovani siciliani, Giuseppe e Claudia, oggi marito e moglie, che l’hanno conosciuto in un frangente molto complicato della loro vita. La riprendiamo dall’articolo, pubblicato sul sito del movimento di Comunione e Liberazione, che vi invitiamo a leggere. È la storia di un’amicizia imprevedibile, una testimonianza che parla da sola per la sua semplicità e per la straordinaria intensità di vita che comunica.  

«Non addomesticate le vostre inquietudini», ricordando Francesco
26 Aprile, 2025

«La parola letteraria è come una spina nel cuore che muove alla contemplazione e ti mette in cammino». Questa settimana apriamo la nostra newsletter domenicale con queste parole di papa Francesco tratte dalla sua lettera ai poeti, pubblicata l’anno scorso, di cui vi proponiamo la lettura. Fra i tanti testi possibili abbiamo scelto questa lettera per esprimere la nostra gratitudine per ciò che questo Papa è stato. Le sue sono parole che vanno dirette al cuore. La poesia e la letteratura diventano un aiuto formidabile «a capire me stesso, il mondo, ma anche ad approfondire il cuore umano». Fanno emergere un’esperienza «debordante», che spinge ad andare «oltre i bordi chiusi», a non addomesticare le inquietudini. «Raccogliete gli inquieti desideri che abitano il cuore dell’uomo – scrive ai poeti -, perché non si raffreddino e non si spengano». Allo stesso modo c’è l’invito a non «addomesticare il volto di Cristo, mettendolo dentro una cornice e appendendolo al muro». Significa «distruggere la sua immagine».

foto rawpixel.com

Quanto scrive Francesco lo sentiamo particolarmente vicino perché esprime molto efficacemente lo spirito che ci ha sempre mosso nella proposta di un’iniziativa come il Mese Letterario. Come abbiamo sottolineato non si tratta di un’attività culturale o di divulgazione, né tantomeno è una forma di intrattenimento. Nel suo piccolo per tante persone è stata invece un’occasione per riscoprire la ricchezza umana che la letteratura può offrire oltre al valore della lettura come atto di libertà. In alcuni grandi scrittori e poeti abbiamo trovato quel fuoco che è alimentato dalle domande fondamentali sull’esistenza e da un desiderio di verità, di giustizia, di bellezza che non accetta di adeguarsi a qualche sistemazione accomodante. Tra parantesi ricordiamo che giovedì 8 maggio prenderà il via la quindicesima edizione del Mese Letterario. Per chi non si fosse ancora iscritto è possibile farlo a questo link dove trovate anche il programma degli incontri. 
Tornando a papa Francesco, in questi giorni sono stati pubblicati parecchi articoli, alcuni davvero interessanti, sulla sua figura e sul suo pontificato. Qui vogliamo semplicemente segnalarvi un breve ricordo scritto dal cardinale Angelo Scola sul Corriere. «In questi giorni — più che interessarmi di analisi e bilanci del papato di Francesco, in ogni caso troppo prematuri — la domanda che si è aperta in me – osserva Scola – è stata: quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita e per la mia conversione attraverso papa Francesco?». Ecco questa domanda descrive, prima di ogni analisi o considerazione, la posizione più vera per vivere questi giorni.      

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
    • I nostri incontri – 2015
    • I nostri incontri – 2016
    • I nostri incontri – 2017
    • I nostri incontri – 2018
    • I nostri incontri – 2019
    • I nostri incontri – 2021
    • I nostri incontri – 2022
    • I nostri incontri – 2023
    • I nostri incontri – 2024
    • I nostri incontri – 2025
  • Mese Letterario
    • 2010 – I Edizione
    • 2011 – II Edizione
    • 2012 – III Edizione
    • 2013 – IV Edizione
    • 2014 – V Edizione
    • 2015 – VI Edizione
    • 2016 – VII Edizione
    • 2017 – VIII Edizione
    • 2018 – IX Edizione
    • 2019 – X Edizione
    • 2021 – XI Edizione
    • 2023 – XIII Edizione
    • 2024 – XIV edizione
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer, 119 - 25123 Brescia
[email protected]

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Copyright © Fondazione San Benedetto Educazione e Sviluppo

Mappa del sito | Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy