Strage in Texas, il grido omicida di chi è cresciuto senza padri
di Riro Maniscalco
da ilsussidiario.net – 26 maggio 2022
MINNEAPOLIS – Mi ricordo molto bene quel 14 dicembre 2012, quelle immagini della scuola elementare di Sandy Hook, Connecticut, presidiata dalla polizia. Uomini armati in tenuta da combattimento, lampeggianti a gettare una luce sinistra su tutto, genitori in trepidante, angosciosa attesa davanti a quella scuola diventata improvvisamente ed inopinatamente il sacrario di venti bambini e sei adulti.
Si spara come nei film e questa America che barcolla ad ogni proiettile si chiede confusamente cosa si possa fare per arginare questa epidemia del fuoco. Perché questo non è un film, è la realtà, ed è una realtà che diventa ancor più straziante, insopportabilmente straziante quando è fatta di dolore innocente. Come quello dei bambini della Robb Elementary School di Uvalde. Il dolore innocente scortica via il nostro tragico, ignavo abituarci ai continui mass shootings. E ci lascia appena un filo di fiato per dar voce al nostro “cry”, il pianto, il grido, la domanda.
“Noi come nazione”, ha continuato il presidente, “dobbiamo chiederci quando, in nome di Dio, sapremo fronteggiare la lobby delle armi. Quando, in nome di Dio, faremo ciò che tutti istintivamente sappiamo che deve essere fatto?”. La lobby delle armi ed il pilastro del secondo emendamento… Chissà, magari questa volta qualche passo in questa direzione si farà, oppure il tempo aiuterà il nostro accomodante desiderio di smemoratezza e tutto continuerà a trascinarsi lasciando dietro una scia di sangue.
Mi colpisce che sia Ramos che Lanza abbiano iniziato la loro carneficina sparando alle persone che erano a loro più vicine, la mamma per Lanza, la nonna per Ramos. Le figure materne. E niente padre. Il padre semplicemente nella loro vita non c’è. Padri e madri che la nostra società ha cancellato come punti di riferimento nello sviluppo della vita.