• Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti
Email:
info@fondazionesanbenedetto.it
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • Strage in Texas, il grido omicida di chi è cresciuto senza padri

Strage in Texas, il grido omicida di chi è cresciuto senza padri

  • Data 29 Maggio 2022

di Riro Maniscalco

da ilsussidiario.net – 26 maggio 2022

 

MINNEAPOLIS – Mi ricordo molto bene quel 14 dicembre 2012, quelle immagini della scuola elementare di Sandy Hook, Connecticut, presidiata dalla polizia. Uomini armati in tenuta da combattimento, lampeggianti a gettare una luce sinistra su tutto, genitori in trepidante, angosciosa attesa davanti a quella scuola diventata improvvisamente ed inopinatamente il sacrario di venti bambini e sei adulti.

E l’altro giorno, dieci anni dopo, è successo tutto di nuovo ad Uvalde, un altro angolo remoto di suburban America. Quindicimila anime o poco più, in quella che era una tranquilla comunità latino-ispanica da qualche parte ad ovest di San Antonio, Texas.

Si spara come nei film e questa America che barcolla ad ogni proiettile si chiede confusamente cosa si possa fare per arginare questa epidemia del fuoco. Perché questo non è un film, è la realtà, ed è una realtà che diventa ancor più straziante, insopportabilmente straziante quando è fatta di dolore innocente. Come quello dei bambini della Robb Elementary School di Uvalde. Il dolore innocente scortica via il nostro tragico, ignavo abituarci ai continui mass shootings. E ci lascia appena un filo di fiato per dar voce al nostro “cry”, il pianto, il grido, la domanda.

Quando c’è di mezzo la sofferenza dei bambini anche i politici faticano a barare, anche se sono del Texas, santuario delle armi da fuoco. Perché, come ha detto Biden ieri, “Perdere un figlio è come avere un pezzo d’anima strappato”. Cosa fare? È possibile che Salvador Rolando Ramos, un ragazzo di 18 anni venuto su in una famiglia tormentata e bullizzato dai compagni per un difetto di pronuncia, vada senza problemi a comprarsi armi e munizioni?

“Noi come nazione”, ha continuato il presidente, “dobbiamo chiederci quando, in nome di Dio, sapremo fronteggiare la lobby delle armi. Quando, in nome di Dio, faremo ciò che tutti istintivamente sappiamo che deve essere fatto?”.  La lobby delle armi ed il pilastro del secondo emendamento… Chissà, magari questa volta qualche passo in questa direzione si farà, oppure il tempo aiuterà il nostro accomodante desiderio di smemoratezza e tutto continuerà a trascinarsi lasciando dietro una scia di sangue.

Ma anche riuscissimo a togliere le armi di mezzo, la grande domanda resta: da dove viene fuori tanto furore? Da dove vengono fuori i Salvador Rolando Ramos di Uvalde, gli Adam Lanza di Sandy Hook e tutti gli altri? Dove comincia la parabola perversa che porta a perdere totalmente il senso del valore della vita propria ed altrui?

Mi colpisce che sia Ramos che Lanza abbiano iniziato la loro carneficina sparando alle persone che erano a loro più vicine, la mamma per Lanza, la nonna per Ramos. Le figure materne. E niente padre. Il padre semplicemente nella loro vita non c’è. Padri e madri che la nostra società ha cancellato come punti di riferimento nello sviluppo della vita.

Mi viene in mente un messaggio di don Giussani: “Vorrei lasciarvi un augurio. (…) Che abbiate ad incontrare un padre, abbiate a vivere l’esperienza del padre. Perché la prima appartenenza, fisiologicamente e socialmente parlando, e anche ai propri occhi, è quella del genitore. Dio ci è dato attraverso padre e madre. Che abbiate a vivere l’esperienza del padre; padre e madre: lo auguro a tutti (…) a ognuno di voi, perché ognuno dev’essere padre degli amici che ha lì, dev’essere madre della gente che ha lì; non dandosi un’aria di superiorità, ma con una carità effettiva. Nessuno, infatti, può essere così fortunato e felice come un uomo e una donna che si sentono fatti dal Signore padri e madri. Padri e madri di tutti coloro che incontrano”.
Possiamo togliere le armi di mezzo, ma occorre che il grido disperato che si leva oggi da Uvalde diventi un altro tipo di grido, una domanda di qualcosa di più. Come disse Fr. Cameron al New York Encounter qualche anno fa ascoltando le commoventi testimonianze di genitori ed insegnanti di Sandy Hook, c’è una promessa anche nelle circostanze più drammatiche della vita.
https://www.ilsussidiario.net/news/strage-in-texas-salvador-ramos-il-grido-omicida-di-chi-e-cresciuto-senza-un-padre/2347537/
  • Condividi
piergiorgio

Articolo precedente

Il video dell'incontro "Don Giussani 1922-2022 - Una vita di passione per l'umano"
29 Maggio 2022

Prossimo articolo

La Chiesa in Italia e il nuovo corso di Zuppi
5 Giugno 2022

Ti potrebbe interessare anche

Qualcosa di più forte e profondo della distruzione
26 Luglio, 2025

La newsletter di oggi è l’ultima prima della pausa estiva. Anche in queste settimane per molti dedicate al riposo e alle vacanze, mentre il mondo è in fiamme e gli orrori della guerra si moltiplicano, crediamo che non si possa far finta di nulla, aprire una parentesi o staccare la spina come si usa dire. Non si può andare in vacanza senza portarsi dietro queste ferite. Portarsele con sé rende più bello e più vero il tempo del riposo. Per questo oggi vogliamo proporvi la lettura di due testimonianze da due dei principali teatri di guerra: l’Ucraina e Gaza. Già scorse settimane avevamo ricordato il caso di Vasilij Grossman, lo scrittore ucraino che dentro lo scenario di morte prodotto dalle ideologie del ’900, non aveva mai smesso di cercare «l’umano nell’uomo» come inizio di una possibilità di speranza. Le testimonianze di oggi ci dicono che anche nelle situazioni più difficili, la violenza, la distruzione e la morte possono non essere l’ultima parola. 

La prima, pubblicata sul sito «La Nuova Europa», è di Adriano Dell’Asta, professore di lingua e letteratura russa all’Università Cattolica e vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana. Racconta la storia di Alina, giovane donna ucraina, malata di cancro in fase terminale, che nei suoi ultimi giorni di vita ha trovato accoglienza in un hospice a Charkiv, mantenuto aperto anche sotto le bombe. Tutto sembra perduto, senza speranza, in guerre ogni giorno sempre più distruttive e spregiatrici di giustizia e umanità… eppure c’è chi lotta e resiste per accompagnare sin nella morte chi è senza speranza e riaffermare una dignità e una pace che nessun malvagio può cancellare. È l’infinita sorpresa di un miracolo reale che non sapremmo neppure immaginare.

La seconda testimonianza ci è offerta dalla dichiarazione fatta dal patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa al suo rientro dalla visita a Gaza insieme al patriarca ortodosso Teofilo III. «Siamo entrati – ha detto aprendo la conferenza stampa – in un luogo devastato, ma anche pieno di meravigliosa umanità. Abbiamo camminato tra le polveri delle rovine, tra edifici crollati e tende ovunque: nei cortili, nei vicoli, per le strade e sulla spiaggia – tende che sono diventate la casa di chi ha perso tutto. Ci siamo trovati tra famiglie che hanno perso il conto dei giorni di esilio perché non vedono alcuna prospettiva di ritorno. I bambini parlavano e giocavano senza battere ciglio: erano già abituati al rumore dei bombardamenti. Eppure, in mezzo a tutto questo, abbiamo incontrato qualcosa di più profondo della distruzione: la dignità dello spirito umano che rifiuta di spegnersi».

L’appuntamento con la newsletter «Fissiamo il pensiero» tornerà domenica 7 settembre. Buone vacanze!

Non ci arrendiamo alla perdita del senso della vita
19 Luglio, 2025

Ci possiamo rassegnare passivamente al fatto che la nostra vita non abbia un senso? Nei giorni scorsi Repubblica ha pubblicato l’intervento fatto durante un incontro a Orzinuovi dal filosofo Umberto Galimberti. La sua conclusione è che di fronte al potere sempre più pervasivo del «mondo della tecnica», nel quale l’uomo non è più chiamato a «esistere» ma semplicemente a «funzionare», reperire un senso per la propria esistenza è «praticamente impossibile». Davanti a un’affermazione così tranchant non potevamo restare indifferenti. Come Fondazione San Benedetto abbiamo voluto replicare a Galimberti con una lettera pubblicata sul Giornale di Brescia che vi invitiamo a leggere sul nostro sito (se volete dirci cosa ne pensate potete scriverci a info@fondazionesanbenedetto.it). Il nostro unico e vero scopo, che sta all’origine di tutto quanto facciamo e proponiamo, è proprio quello di non arrendersi alla perdita del senso della vita, che vorrebbe dire smarrire se stessi. In questo don Giussani, a cui il nostro percorso si ispira, ci è stato maestro e testimone impareggiabile.

«Fare figli non è un dovere sociale, ma lo consiglio»
12 Luglio, 2025

Ci siamo occupati più volte della crisi demografica. Un tema reale delle cui ripercussioni sul nostro sistema di vita spesso non si è ancora pienamente consapevoli. In questi giorni si è tornati a parlare, come succede ciclicamente, di misure a sostegno della maternità che sarebbero allo studio del governo. Vedremo nei prossimi mesi se si tradurranno in fatti concreti. Al di là di tali questioni (senz’altro importanti, ci mancherebbe) però qui vogliamo soffermarci sul tema della natalità non dal punto di vista sociale o politico, ma personale. Lo facciamo riproponendovi un recente articolo di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera che vi invitiamo a leggere. «Consiglio di fare figli», scrive. Parole che possono far discutere ma che ribaltano una prospettiva che in nome dell’autonomia individuale tende a limitare il contatto umano generando a lungo andare solo isolamento e solitudine.

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
    • I nostri incontri – 2015
    • I nostri incontri – 2016
    • I nostri incontri – 2017
    • I nostri incontri – 2018
    • I nostri incontri – 2019
    • I nostri incontri – 2021
    • I nostri incontri – 2022
    • I nostri incontri – 2023
    • I nostri incontri – 2024
    • I nostri incontri – 2025
  • Mese Letterario
    • 2010 – I Edizione
    • 2011 – II Edizione
    • 2012 – III Edizione
    • 2013 – IV Edizione
    • 2014 – V Edizione
    • 2015 – VI Edizione
    • 2016 – VII Edizione
    • 2017 – VIII Edizione
    • 2018 – IX Edizione
    • 2019 – X Edizione
    • 2021 – XI Edizione
    • 2023 – XIII Edizione
    • 2024 – XIV Edizione
    • 2025 – XV Edizione
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer, 119 - 25123 Brescia
info@fondazionesanbenedetto.it

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Copyright © Fondazione San Benedetto Educazione e Sviluppo

Mappa del sito | Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy