La Chiesa in Italia e il nuovo corso di Zuppi
Dallo scorso 24 maggio l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi è il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Nelle sue prime dichiarazioni obiettivi e programmi del suo mandato che apre una nuova fase nella vita della Chiesa in Italia che merita di essere guardata con attenzione, come si può vedere nell’intervista rilasciata a Tv2000.
https://www.youtube.com/watch?v=s2Dkh6o99qE
Insieme riproponiamo l’intervista al cardinale pubblicata l’anno scorso dal Sole 24 Ore
«Se tu conservi la tua vita, la perdi. Noi italiani siamo impauriti e impazienti. Abbiamo accumulato tanto rancore. La nostra comunità è nel pieno di una crisi di identità: non riusciamo più nemmeno a rappresentarci. Chi siamo? La malattia e la morte ci segnano. La povertà ci insegue. I nostri padri e i nostri nonni si ricordano l’indigenza e le umiliazioni, la determinazione e la dignità. La maggioranza di noi, no. Gli italiani sono invecchiati. Danno alla luce pochi figli. Pensano a conservare quello che hanno. Il futuro dove sta?».
Il cardinale Matteo Zuppi, 65 anni, è nella cucina dell’arcivescovado di Bologna. Ha una figura filiforme ma non ossuta, senza l’inquietudine da pittura gotica che possono esprimere gli uomini di chiesa magri fino alla secchezza e alla ieraticità. Ha il vestito d’ordinanza, blu scuro, da prete di parrocchia. Unico segno distintivo: una croce di color grigio opaco. Il suo eloquio non è né forbito né barocco, è chiaro e piano. Si muove senza diffondere alcuna aura da principe della chiesa. È romano. Arguto, ma non cinico. Prossimo all’altro, ma in grado di trasformare gli occhi in due fessure scrutatrici.
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