Maradona, un dio (minuscolo) del pallone, un uomo come tanti
Chissà se, stavolta, Diego Armando Maradona è morto davvero oppure no. Il numero di volte nelle quali è stata annunciata la sua fine è inferiore solamente al numero di gol segnati nella sua fiabesca carriera. L’aggettivo qualificativo, il più delle volte, è andato ad oscurare il sostantivo, ch’era anche il nome proprio: Diego. Poche volte l’hanno chiamato Diego, il più delle volte l’hanno ribattezzato con gli aggettivi che ne hanno qualificato le gesta. Eroiche: divino, geniale, poetico e d’oro. Nefaste: cocainomane, distruttivo, ingrassato. Aggettivi così possenti da adombrare l’uomo al quale venivano cuciti addosso di volta in volta, fino a farlo diventare una leggenda, “la leggenda del calcio” com’è stato definito. Un poeta ispirato sui campi da calcio, un poeta maledetto tra i vicoli del mondo: sempre di un poeta stiamo parlando. Di un uomo capace di creare dal nulla giocate che, di getto, entravano nei manuali del calcio giocato, fantasticato, inseguito.(…)
Marco Pozza
Leggi tutto l’articolo su ilsussidiario.net