Il miracolo della natalità
Ha sollevato polemiche la decisione della giunta comunale di Iseo di prevedere un aiuto mensile di 160 euro per un anno e mezzo alle donne che per problemi socio-economici sono in difficoltà nel portare avanti una gravidanza e pensano di ricorrere all’aborto. Una strada che nel Bresciano anche altri Comuni hanno intenzione di percorrere per offrire un’alternativa che non veda l’interruzione della gravidanza come unica opzione. Una misura che mira a dare un sostegno immediato e concreto. Eppure c’è chi, non riuscendo mai a dismettere le lenti deformanti dell’ideologia, ha visto in questa scelta un attacco alla legge 194 e alla cosiddetta autodeterminazione della donna. A chi lo avesse dimenticato è forse il caso di ricordare che proprio questa legge già nel suo titolo parla di «norme per la tutela sociale della maternità». E nel testo prevede espressamente che quando la richiesta dell’interruzione volontaria della gravidanza sia motivata «dall’incidenza delle condizioni economiche, sociali e familiari» c’è il compito di aiutare la donna, nel rispetto della sua libertà, a «rimuovere le cause» che porterebbero all’aborto. Molto laicamente e senza forzature la decisione del Comune di Iseo dà attuazione la 194. È stata presa da una maggioranza di centrodestra. E allora? Basta per bollarla come un attentato alla libertà delle donne come se questa dovesse esprimersi solo nella scelta di abortire? In realtà se le categorie politiche avessero ancora un senso, la mozione adottata a Iseo dovrebbe semmai essere considerata di sinistra, intendendo con questo termine una politica maggiormente attenta ai temi sociali, inclusiva, vicina ai più deboli. Tutti a parole dichiarano di essere contro l’aborto, lo definiscono sempre una sconfitta, ma poi quando qualcuno si muove per offrire un’alternativa reale ecco partire il fuoco delle polemiche viziate dall’ideologia. C’è molta ipocrisia in tutto questo. Qui si tratta di andare oltre le contrapposizioni tra i fondamentalisti pro-life e quelli dell’autodeterminazione. E poi quale autodeterminazione? La vita non si autodetermina, dipende sin dall’origine dalle relazioni, dagli altri e dall’ambiente in cui viviamo, come dimostra anche la questione del Covid. Osservava Hannah Arendt che «il miracolo che preserva il mondo, la sfera delle faccende umane, dalla sua normale, “naturale” rovina è in definitiva il fatto della natalità». Perché non fare quindi di tutto per agevolare questa possibilità specie quando le circostanze sono sfavorevoli? Se anche 160 euro al mese possono servire a tale fine, ben vengano.
Piergiorgio Chiarini
da Bresciaoggi 11 ottobre 2020