Tessitori di eternità
di Massimo Gramellini
dal Corriere della Sera – 19 maggio 2021
Ieri milioni di persone hanno pensato per qualche attimo alla loro giovinezza e in genere alla loro vita, a ciò che ne hanno fatto e ai suoi momenti culminanti: amori, dolori, sfide, speranze. Ovunque le portasse l’eco di una canzone di Franco Battiato, in cerca di un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente, e di un maestro che mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire, perché sei un essere speciale e io avrò cura di te.
Successe già quando uscirono di scena Battisti, Dalla e De André. Succede sempre e soprattutto con i musicisti. Persino se, come nel caso di Battiato, sono talmente profondi da risultare inevitabilmente un po’ meno larghi. Ogni artista è un tessitore di eternità e non fa che tendere fili invisibili tra la nostra dimensione e l’Altrove, l’Over the Rainbow cantato da Judy Garland. Ma nell’universo degli artisti il musicista rappresenta ancora una categoria a parte: il suo linguaggio, seppur fatto di parole, salta qualsiasi mediazione mentale e comunica direttamente con il cuore.
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